Ultimamente Instagram pullula di reels riguardanti le volte che si risponde “Niente” a quando il partner chiede se c’è qualcosa che non va. Se ne parla in modo molto divertente e umoristico sulla capacità che si ha di dire la parola niente con toni diversi e si associa ad ogni tono anche un significato diverso.

Ma se si risponde niente come si fa a capire che non è vero che è tutto ok? Beh lo abbiamo già visto, attraverso la comunicazione non verbale e para verbale che come ho già spiegato su IG rappresentano il 93% della comunicazione.

E’ ovvio che lo scopo di quei reels è farci ridere, ma la riflessione che io vorrei fare nasce da un’altra domanda; perché si risponde niente?

Quel niente nasconde un universo dentro, un universo al quale il vostro partner non ha accesso se voi non gli aprite la porta.

Rispondere niente è chiudere ogni tipo di comunicazione che non sempre è la strada migliore, anzi non lo è quasi mai.

Rispondere niente è estromettere l’altra persona utilizzando un’arma potentissima e molto sottovalutata che è quella del silenzio, che talvolta può anche essere un abuso, un abuso emotivo.

Se il motivo per cui si risponde così è perché non si sa riconoscere o comunicare il proprio bisogno, questo è superabile, perché nessuno di noi è nato con questa capacità ma è una competenza che si può imparare. Anche il riconoscimento e l’espressione dell’emozione che si prova è una cosa che si può imparare a fare.

Ciò che invece non dovrebbe accadere è fare silenzio per fare un dispetto all’altro, perché questo ricade sotto la sfera dell’abuso emotivo tipico di chi ha uno stile passivo-aggressivo.

Per questo motivo ti invito a osservare il tuo comportamento e verificare, qualora utilizzassi il silenzio, quali sono i tipi di pensiero che ci sono dietro.

E se è l’altro ad usare il silenzio? Beh in questo caso occorre non cedere al ricatto. Lo scopo talvolta inconsapevole di chi utilizza il silenzio è quello di far cedere l’altra parte verso le proprie ragioni. Se si è in grado di riconoscere questo meccanismo, è più semplice non cadere nella ruota dei sensi di colpa che possono affliggere chi subisce il silenzio, riconoscendo che l’altro è sempre la miglior versione di se stesso e utilizza gli strumenti migliori che conosce per stare al mondo.

Dalila Azzurra Giordano

 

Ed eccomi finalmente qui nel mio blog!

Da quando ho cambiato attività non avevo ancora scritto nulla e ad essere sincera mi trovavo anche un po in difficoltà, mi sono chiesta più volte cosa ti aspettavi da me, ma poi alla fine l’argomento mi è parso chiaro.

Mi è parso chiaro, perché basta osservare gli automobilisti per capire il livello di stress e di aggressività al quale ci stiamo abituando. Se non ci hai mai fatto caso, prova anche tu a osservare quanto nervosi e poco pazienti siano tutti diventati alla guida.

E allora mi sono detta che la gestione dei conflitti poteva essere un buon punto di partenza, un ottimo attrezzo per iniziare a riempire la valigetta degli strumenti.

E così in questo primo articolo ti voglio parlare di quali sono le cose che AUMENTANO il conflitto e quali invece quelle che lo RIDUCONO.

  1. Al primo posto direi che ad aumentare il conflitto sono le affermazioni che iniziano con TU, mentre quelle che lo riducono sono quelle che iniziano con IO (Io mi sono sentita…);
  2. A seguire ciò che fa aumentare il conflitto sono le interruzioni continue, mentre ciò che lo riduce è il parafrasare (quindi tu mi stai dicendo che…);
  3. Il linguaggio del corpo rifiutante è un’altra componente che aumenta il conflitto, mentre un linguaggio del corpo ricettivo, lo riduce;
  4. Incolpare, accusare e via dicendo sono azioni da evitare, mentre sono da prediligere gli atteggiamenti di apertura;
  5. Le generalizzazioni sono un’altra componente deleteria in quanto riducono fortemente la componente umana e l’unicità della persona, mentre è da fortificare l’essere specifici;
  6. Un focus sul passato è da eliminare, sostituito da un focus sul presente o orientato al futuro;
  7. Da evitare totalmente un focus sulla persona, prediligendo il focus sul problema;
  8. Infine, il focus sulle posizioni (Ci deve arrivare da solo, non serve che glielo dica..) è da sostituire con un focus sui bisogni e interessi.

Su questi ultimi due punti vorrei porre la vostra attenzione perché si è troppo abituati a puntare l’attenzione sulla persona e poco sul problema e altresì puntare tutto sulle convinzioni e poco sui bisogni. Quante volte avete pensato o detto “Perché serva anche che te lo dica?”. La risposta è SI! SI, SERVE DIRLO.

Occorre dirlo perché gli altri non sono voi e non vi leggono nel pensiero.

Occorre imparare a esprimere e dichiarare i propri bisogni e interessi.

Occorre imparare a comunicare meglio.

Occorre imparare ad avere umiltà.

Occorre imparare a disimparare ciò che si è sempre fatto, per imparare il nuovo.

 

Dalila Azzurra Giordano